Dal momento in cui è entrato in vigore l’euro, si parla più spesso di sistema monetario. Tuttavia, non sempre si ha idea di quello che è il reale funzionamento di quest’ultimo ed è pertanto necessario andare a fare qualche precisazione, in modo tale da capirne di più.
Come nasce il sistema monetario
Possiamo dire che il sistema monetario è la forma più evoluta di un sistema organizzativo che ha le sue antichissime radici nell’usanza del baratto. Solo in un momento successivo, infatti, sono state introdotte le monete, che entrarono nella vita quotidiana di quei sistemi sociali che, nel corso dei secoli, si erano organizzati ed erano cresciuti. In un primo momento, le monete e il sistema formato attorno a esse erano controllate dal potere centrale che, nella maggior parte dei casi, era quello della Corona che regnava nella zona.
Con il passare del tempo, poi, il concetto di sistema monetario si è sempre più radicato e questo anche grazie alla scelta dell’oro come riferimento necessario al fine di calcolare l’erogazione della moneta circolante. Questo significa che, da un certo momento in poi, il valore della moneta veniva basato e convertito in oro. Cosa significa? Che un Governo poteva emettere moneta in proporzione all’equivalente del quantitativo di oro che possedeva. Questa regola è stata in vigore per oltre un secolo, sino ai primi anni del ‘900. Superata quella soglia, non poteva più essere emessa moneta se non cresceva il quantitativo di oro in possesso di un singolo Stato.
Possiamo, quindi, dire che in un primo momento tutto il sistema economico si basava su un rapporto di cambio fisso, anche noto come sistema aureo o Gold Standard. Questo era fisso e uguale per tutti e, fino a quando la Prima Guerra Mondiale, il modello si mantenne in piedi in maniera più o meno tranquilla. Tuttavia, a causa della guerra, i Paesi dovettero produrre più moneta di quanto oro non possedessero e ciò comportò una grave crisi: comparve per la prima volta il concetto di inflazione che, oggi come oggi, fa parte della quotidianità.
Qualcosa doveva, quindi, cambiare al fine di non destabilizzare ancor di più i già precari equilibri. Ecco, quindi, che arrivò un momento di rilancio del sistema monetario: siamo nel 1944 quando, grazie agli accordi di Bretton Woods , nacque l’idea di una politica monetaria comune. Ma non solo! In tale occasione il sistema aureo venne rivisto e corretto e venne fissato un nuovo prezzo dell’oro, che raggiunse i 35 dollari per oncia. A quel punto, quindi, divenne il dollaro la moneta legata all’oro riferimento all’oro e questo portò ad avere un sistema monetario a cambi fissi tra tutte le monete degli Stati firmatari.
Nel 1971, Nixon svicolò il dollaro dall’oro e, da quel momento, il sistema monetario prese la forma attuale: vennero introdotti i cambi flessibili.
Sistema monetario e signoraggio bancario
Quando si parla di sistema monetario non si può non parlare anche di signoraggio bancario. Nello specifico, come dichiara la Banca d’Italia, per signoraggio si intende quello che è l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione di moneta. Per le banche centrali, il reddito da signoraggio altro non è che il flusso di interessi generato dalle attività detenute in contropartita delle banconote in circolazione o della base monetaria. Nella zona euro l’emissione delle banconote è assegnata alla BCE, che opera con le BCN. Il “reddito monetario” di ogni singola BCN è definito come il reddito annuo derivante da quelli che sono gli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione e dei depositi costituiti dagli enti creditizi. Questi fondi sono in possesso della BCE che li redistribuisce alle Banche Centrali Nazionali che, quindi, le danno agli Stati dopo aver detratto quelle che sono le spese di funzionamento e dopo aver effettuato i necessari accantonamenti.